lunedì 21 maggio 2018

Castori salva il Cesena e si sdebita dopo 10 anni

Cosa resterà di questa stagione? Una salvezza raggiunta all’ultima giornata dopo un intero campionato trascorso nel guado delle ultime posizioni di classifica. Lo scatto finale realizzato grazie a risultati utili contro avversarie temibili hanno portato a compimento una piccola impresa.
L’artefice principale – inutile nasconderlo – è Fabrizio Castori. Tante critiche (forse troppe, ci mettiamo anche noi in mezzo) gli sono piovute addosso ad ogni sconfitta e anche dopo ogni pareggio “striminzito” ma l’Uomo di Tolentino non ha mai mollato, pronto in prima persona a difenderei suoi ragazzi di fronte ai mugugni del popolo bianconero e valido sostituto della dirigenza che negli ultimi mesi ha latitato dai microfoni e dai taccuini della stampa.
La stagione 2017-2018 era cominciata sotto la guida di Andrea Camplone e nel periodo estivo la squadra non aveva sfigurato in Coppa Italia (successo sulla Sambenedettese e sconfitta ai supplementari in casa del Genoa) ma, a conferma di un mercato estivo non proprio eccellente, erano arrivati i primi segni di cedimento. Il rotondo 3-0 subito dal Bari e altrio risultati negativi hanno fatto esplodere tifoseria che è esplosa dopo la sconfitta interna con l'Ascoli. Dopo il 5-2 rimediato a Vercelli viene cacciato Camplone e il 1° ottobre la società di Corso Sozzi annuncia il ritorno di Fabrizio Castori a Cesena.
C'è una rosa da reinventare, forse da buttare via ma la sessione di mercato è ancora lontana. L'avventura castorizzata parte con la vittoria di misura sullo Spezia e va avanti con qualche nota positiva: là davanti si comincia a segnare, tuttavia restano ancora le voragini in difesa. Il primo hurrà esterno arriva alla giornata numero 11 a Perugia e i bianconeri cominciano davvero a ingranare, arrivano la vittoria casalinga col Pescara con Moncini sugli scudi e i pareggi a Parma e con il Palermo in casa.
Il passo è cambiato e la salvezza non ha più le sembianze di una chimera. Il mercato di riparazione non porta i frutti sperati e il mister - ancora una volta - deve fare i conti con le armi a disposizione. L'inevitabile crisi, dovuta a tanti fattori tra cui l'handicap fisico dopo la rimonta del girone d'andata, arriva tra la 24a giornata (vittoria soffertissima con la Ternana) e la 33a giornata (sconfitta allo scadere a Novara), nel mezzo arrivano i punti "toccasana" con il pari ad Avellino grazie a Cacia e il secondo successo in trasferta del campionato, stavolta contro lo Spezia per mano di Jallow.
La batosta mentale rimediata in Piemonte sembra dare la mazzata definitiva al Cesena che deve fare i conti con i problemi dei due bomber appena citati. La partita al Manuzzi con l'Entella vale un campionato: 3-0 ai liguri, un punteggio che non evidenzia il dominio romagnolo sul campo.
Da lì parte la volata salvezza, il Cesena perde solo in casa con la capolista Empoli, in trasferta si chiude a riccio ottenendo pareggi fondamentali e in casa fa bottino pieno contro Frosinone e Parma ovvero squadre in piena corsa promozione. La doppietta di Moncini contro i ducali permette di poter guardare alle battute finali con minor pressione, arrivano lo 0-0 a Palermo e l'autorete di Renzetti all'ultimo atto per poter festeggiare un tredicesimo posto che vale quasi come una promozione. Grazie all'ottimo risultato ottenuto, Fabrizio Castori si riconferma come uno degli allenatori che hanno segnato la storia dell'Associazione Calcio Cesena. Dopo 10 anni il tecnico marchigiano cancella la retrocessione della stagione 2007-2008 anche se allora fu poi sostituito dal disastroso Vavassori. Il "debito" se così possiamo definirlo, è saldato.
Ora la palla passa dal campo alla dirigenza che, sembra che una opzione salvezza fosse prevista, dovrà innanzitutto garantire l'iscrizione al prossimo campionato e poi una base reale per costruire un futuro privo di insidie calcistiche e soprattutto economiche, in attesa della ristrutturazione del debito da 52 milioni portato in tribunale.

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