lunedì 5 ottobre 2015

Il Cesena si sdoppia: Foschi in radio e Lugaresi in tv

Qui Villa Silvia - La ripresa dei lavori è fissata per martedì pomeriggio al Centro Sportivo Conte Alberto Rognoni. i bianconeri hanno goduto di ben due giorni di riposo. Alla settima giornata si farà visita a pranzo (12.30) al Cagliari, capolista insieme a noi e al Crotone. Uno scontro d'alta classifica che potrebbe già destabilizzare la stagione delle tre contendenti.

Giorgio Lugaresi è intervenuto al programma Bianco e Nero D'Autore su Teleromagna.
"Il gioco è molto propositivo con Drago che ha fatto sempre giocare bene le sue squadre. Vedo molto entusiasmo nel pubblico che trascina la squadra nei risultati e ci fanno ben sperare.
Sono molto soddisfatto per quello che abbiamo fatto dopo la retrocessione sotto gli aspetti tecnici, economici, finanziari e strutturali. Ricordo un Chievo Verona retrocesso che non cambiò nulla e poi fu subito promosso. Noi abbiamo fatto una scelta opposto. Sono molto soddisfatto dell'umore che si respira allo stadio.
Il gruppo è nuovo e i ragazzi stanno imparando a conoscersi.
Cedere Sensi? La storia del Cesena insegna che noi produciamo i giocatori per cederli, così ci sostentiamo da 30-40 anni. Seguiamo e cresciamo i giovani, questa è la nostra forza. Per fortuna abbiamo dei ragazzi del 95-96-97-98 che sono di belle speranze, tra cui Sensi. A gennaio non ci liberiamo di Sensi, non vorrei essere frainteso. Ci sarà utile in futuro. Ho letto del paragone con Pozzi, ma non è uguale. Noi a quei tempi avevamo già Bernacci ma gli altri non lo sapevano.
Sponsor? Abbiamo ceduto i diritti della maglia e della cartellonistica a Infront per 6 anni quindi spetta a loro cercarlo. So che c'è una trattativa in corso, vedremo se andrà in porto.
Tanti cartellini sono causati dal cambiamento di regolamento, ora gli arbitri hanno le sanzioni facili.
Abbiamo dei problemi quotidiani per la gestione della società di calcio. Bisogna non portare in casa i problemi della gestione della società di calcio.
Facebook? A me piace scrivere, l'ho fatto da sempre e collaboro con riviste del settore venatorio. Essendo un personaggio pubblico è normale essere seguiti, anche se a volte me ne dimentico. Io credo ognuno debba dire quello che pensi.
Cori contro? Essendo stato mio padre presidente, negli ultimi anni del suo mandato si sentivano già. Sono cori e canti collaudati e non hanno fatto altro che andare avanti. Mi dispiace. Frattura insanabile? Non è così importante, noi facciamo il nostro lavoro e bisogna saperlo accettare.
Foschi? Siamo amici da molti anni, era amico di mio padre. Ci capiamo senza parlare. Non succede mai che non ci capiamo. C'è molta onestà. E poi siamo uomini di calcio.
Il cda scade a ottobre e ci sarà la nuova elezione. Noi non abbiamo fatto l'operazione di allargamento, lo farà chi verrà eletto. Io non temo di perdere nessuno della cordata. Una mia scadenza? Avevo detto che sarei andato via dopo aver raggiunto l'iscrizione al primo mio ritorno, poi sono rimasto. Ora dò solo la disponibilità, il futuro è aperto.

Ritorna per il 5° anno il programma radiofonico di Studio Delta "Scarpini". Primo ospite è il direttore dell'area tecnica Rino Foschi.
"Il Cesena l'ho aiutato tanto anche quando non ero in città, ma a Palermo. Tornando qui ha gioito la mia famiglia ma soffro: non posso più andare al bar a giocare a maraffone e avere amici. La nostalgia è quella di viaggiare ma ormai ho una età in cui non posso più permettermelo.
La mia famiglia è composta da due figlie e due nipotine. Il rapporto con la famiglia è duro perché per il lavoro sono sempre fuori. Sono stato però fortunato perché ho trovato una donna che mi ha donato due figlie e ha saputo reggere la famiglia nonostante la mia non presenza.
Nel 1957/1958 facevo il raccattapalle alla Fiorita, abitavo lì vicino, e pensare che ci avevo anche provato come calciatore nei pulcini del Cesena. Ma poi dall'attacco finii in porta.... Avevo una grande passione a aiutavo il magazziniere a dare il lucido agli scarpini, ma la fortuna fu il corso da direttore sportivo e grazie al Conte Rognoni e alla mia passione sono arrivato dove sono ora.
Il canto? Ci ho provato ma sono stonato...
All'inizio del mio mestiere c'era l'obiettivo da raggiungere e la voglia per farlo. Ma se non arrivano poi sai che sei scomodo per chi paga. Quindi per centrare ciò che si insegue, il mio lavoro lo amo, le fatiche non le sento, di tempo poco ne ho poco. Dico sempre che sono fortunato: faccio un lavoro che amo e sono pure pagato.
I momenti più difficili della mia vita? Quando morirono i miei genitori e quando mi operai, a quei tempi ero a Verona. Vincemmo il campionato in quell'anno.
Ricordo con molto affetto Prandelli e Guidolin.
Lo sportivo che mi ha fatto impazzire? Marco Pantani. L'ho conosciuto e gli ho portato a casa sua il Verona quando si infortunò a Santarcangelo. Non seguo altri sport oltre al calcio ma ero orgoglioso di lui quando andavo in giro per l'Italia.
Savadori sarà dei nostri lunedì sera contro lo Spezia. Gli faccio i miei complimenti.
Mi piacerebbe tornare in vacanza. In 30 anni mia moglie l'ho portata solo due volte, ma quando siamo là io sto male perché penso al mio lavoro. Credo andremo al mare, a lei piace molto. Vorrei anche conquistare di nuovo la Serie A col Cesena, magari seguita da una vacanza in Sicilia a cui ci piace molto.
Sono molto scaramantico. L'elefante mi porta bene e ho un mobile pieno di elefanti con la proboscide su e quelli che l'hanno giù, io li rigiro.
Il segreto di un direttore sportivo? E' avere un ottimo gruppo di lavoro che ora non ho, ma ho avuto. Gli osservatori girano per il mondo e poi li osservi insieme all'allenatore. Nella mia figura, vado e chiudo l'affare".

Adriano Piraccini è intervenuto a TifoCesena!, programma di Videoregione.
"Le conferme col Livorno vanno viste con il proseguo di stagione. Fare bene una partita va bene ma per parlare in maniera positiva così come ho sentito in questi giorni, credo bisogni attendere le prossime due sfide. Ho visto la dinamicità e la velocità. Mi meraviglio di come non abbiamo fatto bene a Perugia e anche contro il Modena.
Il modulo? Io andrei cauto a dire che il 4-2-3-1 è giusto. Giudizi affrettati non vanno mai bene. A me piaceva anche il 4-3-3 che è il modulo di Drago. Ha espresso sempre un buon calcio a Crotone e anche qui all'inizio. Sabato ha optato per queste soluzioni studiando evidentemente il Livorno. Abbiamo una squadra propositiva già di suo e deve giocare a calcio.
Mi sbilancio per Sensi: ha caratteristiche innate, sembra un trentenne per come ragiona e sta in campo. Sembra un giocatore navigato eppure ne ha 21. Lo avevo seguito a San Marino dopo la Primavera e giocava regista anche se la squadra aveva delle difficoltà. E' perfetto per la categoria.
Djuric? L'aspetto psicologico ha la sua incidenza. Probabilmente non è rientrato nei piani di Drago e non credo possa abbattersi se poi non se ne è andato ceduto. Ricordo ai tempi di Di Carlo che ha fatto 4-5 partite di fila rendendosi utile. Ora non è lucido mentalemente se non ci riesce".

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