martedì 21 aprile 2015

Di Carlo: "Col Genoa un'altra battaglia"

Qui Villa Silvia - Due giorni di riposo sono terminati e la squadra di Di Carlo tornerà a sudare oggi pomeriggio alle 15.00 al Rognoni.

Il Mister bianconero Domenico Di Carlo ha presenziato in tv negli schermi di Teleromagna.
”In questa partita abbiamo subito tanto e questo 0-0 è maturato come stranezza. A volte con 3 tiri in porta prendevamo 1-2 gol. Invece con la Samp siamo anche stati fortunati.
Tutto dipende da noi. Dobbiamo vincere le gare e serve compattezza. Ogni domenica qualcosina concediamo per gli infortuni. Capelli ad esempio ha avuto la febbre al mattino e Defrel era acciaccato. Gli interpreti devono essere al meglio e a lungo andare si paga sulla tensione la mancanza di pedine, ma non mi piace cercare alibi.
Eto’o lo abbiamo studiato in settimana tanto e in fascia perde il 30% del suo potenziale. Tra le linee è devastante: quando vede tutto chiuso vede le situazioni tattiche che altri non vedono. Un nostro centrocampista forse poteva accorciare di più per limitarlo. E’ fenomenale come giocatore in quella posizione.
Agliardi? Ci sono dei momenti nella stagione in cui servono energie e forze fresche. Noi non possiamo fare calcoli e bisognano motivazioni nuove a scapito di altre che devono riposare. Lo dico per esperienza, penso a Succi, Volta e Agliardi. Hanno fatto la loro partita. Quando vedi giocatori che sono stanchi mentalmente bisogna cambiare. Negli allenamenti ho valutato e fatto la mia scelta, così come farò in questi giorni. Aggiungo che il Cesena avrebbe bisogno anche dei giovani. Il settore giovanile è buono e sono convintissimo che il prossimo anno al momento di fare la rosa ci possano essere già dei giocatori pronti da far giocare e non da mettere in panchina per darci una mano. Ci sono dei giocatori che possono essere inseriti in prima squadra.
Nica? Perico sta dando garanzie ma Nica deve farsi trovare pronto e avrà le sue occasioni.
Nel calcio tutto può succedere e società, squadra, tifosi devono stare uniti. Bisogna dare il 110% e l’impresa si può fare. Lancio un messaggio a tutti: quando siamo entrati in campo sentire Romagna Mia ci aveva già dato forza. Quei 300 tifosi come in casa che sono 16mila hanno meritato il pareggio. Qui si vede che c’è una bella cultura del tifo che certamente viene da molti anni addietro e non da oggi. Fino al 95’ incitano i propri beniamini, noi andiamo fieri di loro e bisogna continuare ad alimentarli.
E’ difficile trovare un aspetto da migliorare. Nella preparazione delle gara avevamo capito che se avessimo concesso anche 3 metri saremmo stati puniti. E’ successo anche per la bravura degli altri ma abbiamo concesso troppo spazio. Il nostro tallone d’achille è a metà campo e ci schiacciamo troppo, è stato così fin dal mio arrivo. A volte lo abbiamo fatto bene, altre il gioco è stato lento. Finchè non vedrò che giochiamo a due tocchi veloci e che ci si smarca anche senza palla, continuerò a battere questo ferro.
Chi mi sono mancati? Brienza e Defrel perché non in forma.
Valzania? Ha le caratteristiche che sono importanti per il nostro centrocampo e per come giochiamo.
Rodriguez negli ultimi 30 metri è fantastico. Posso solo dire bene di lui, dell’impegno, di come sta nel gruppo. Deve migliorare nella fase di difesa.
La partita che rigiocherei è col Chievo Verona. Il cambio Rodriguez - Lucchini è stato forzato. Eravamo troppo sbilanciati nel tentativo di arrivare alla vittoria. Nel nostro dna ci sono giocatori che tendono ad andare in area di rigore per ripiegare. Non c’è nulla da fare, ma io proverò a tenerli lontani per non essere schiacciati.
La nostra rincorsa è lunga e tutto deve funzionare perfettamente ma nell’ultimo mese ne sono successe di tutti i colori e si pagano queste cose. Continuo a dirlo da settimane. Questa è una squadra che ha cuore, coraggio e compattezza. Oggi non guardiamo più la classifica e pensiamo ad una alla volta. Con la Sampdoria ho detto così e col Genoa sarà uguale perché altrimenti siamo troppo timorosi. Occorre essere lucidi per battagliare, testa fredda e cuore caldo attraverso il gioco, i tifosi e l’ambiente. La pressione di vincere per forza ci porta a giocare la palla lunga senza essere sereni. Dovremo pensare al torneo dei bar di Ulivieri: in ogni gara si gioca per vincere e dare battaglia.
La Serie B è ancora lontana, io vorrei rimanere in Serie A col Cesena. Se dovesse succedere, il discorso va rimandato a giugno. Lugaresi è una grande persona e Foschi un professionista. Noi non abbiamo bisogno di certe distrazioni e dobbiamo essere al massimo con la massima voglia di fare del nostro meglio”.

Martin Petras è stato ospite nella trasmissione tv "Tifo Cesena!" in onda su Videoregione.
"Con la Sampdoria mi aspettavo un Cesena così, coperto bene dietro per cercare il gol con ripartente. I bianconeri hanno avuto poi 2-3 occasioni tra cui l’ultima al 94’. Prima della partita si sarebbe firmato per un punto, nessuno si aspettava che Atalanta pareggiasse a Roma. Ora la classifica era rimasta come prima. Il Cesena giocherà gli scontri diretti in casa ed è avvantaggiato per questo.
Rodriguez e Succi mi sono piaciuti. Un certo tipo di gioco con le ripartenze voluto da Di Carlo è difficile per uno come Djuric. Rodriguez invece è perfetto e Succi vive d’entusiasmo dopo il gol a Verona. Poi Defrel non stava bene in settimana e doveva riposare.
Krajnc ha delle qualità importanti anche in ottica futura. Già a gennaio lo volevano certe squadre tra cui una con cui ho avuto contatti.
Lucchini ha giocato in emergenza in un ruolo non suo, ha fatto il compito di copertura. La fase offensiva non te la puoi aspettare, poi è anche destro e risulta più difficile a sinistra.
La gente a Cesena è meravigliosa perché capisce la squadra. Parlano i numeri, più di 10mila abbonati sia in A che in B, per loro non fa differenza la categoria.
Con Bisoli il rapporto è stato buono, se un allenatore ti fa vincere è certamente importante. Non avevamo la squadra più forte ma riuscimmo ad andare in Serie A. Sta sul pezzo, se non pedali e dai tutto non giochi.
Allo stadio venivo in bicicletta. Per me era normale, l’ho fatto anche a Grosseto".

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