martedì 31 marzo 2015

Di Carlo: "Crescere nel collettivo"

Qui Villa Silvia - Ancora assenti i nazionali Magnusson e Djuric, sono rientrati Leali e Krajnc (ha svolto programma defaticante), la squadra di Domenico Di Carlo ha ripreso lunedì gli allenamenti in seduta unica.
Oggi invece il team ha svolto doppio lavoro al Rognoni. Al mattino è stata svolta seduta al chiuso in palestra, mentre al pomeriggio il mister di Cassino ha approfondito dopo il riscaldamento la fase di possesso palla e pressing. Prima del termine della seduta partitelle a piccoli gruppi a campo ridotto. Dalla Primavera sono stati aggregati Iglio, Saporetti e Mordini. Migliorano le condizioni di Valzania, Marilungo e Zè Eduardo. Brienza è praticamente recuperato mentre Renzetti è ancora in dubbio per la gara di Verona di sabato pomeriggio alle ore 15.00. Mercoledì il Cavalluccio si allenerà a porte aperte alle ore 15.00 al Rognoni e alle 18.00 Renzetti e Volta presenzieranno al Cesena Store per incontrare i tifosi.

Domenico Di Carlo è stato ospite nel programma radiofonico "Scarpini4" in onda su Radio Studio Delta.
"Ulivieri è un allenatore di livello. Lui è bravissimo perchè negli anni chi lo ha avuto come mister sa benissimo quanto lavoro faccia sul campo e quando lavoro tecnico tattico curi, in maniera particolare i dettagli.
Ho avuto la fortuna di non avere infortuni in carriera che mi avrebbero anticipato la fine del lavoro da atleta. Sono arrivato a 36 anni divertendomi e imparando a ragionare con la testa degli allenatori. E' bellissimo stare con tanti giovani e vecchi e creare mentalità insieme. E' questo l'obiettivo di ogni giocatore e poi di allenatore.
Il mio traguardo? Un po' di esperienza me la sono fatta sul campo partendo dalla Primavera del Vicenza e mi è servita molto. Ho fatto tutte le categorie dalla C2 alla Serie A con le difficoltà dei vari casi. In Serie A bisogna arrivarci coi tempi giusti, ho avuto la fortuna di esordire col Parma che ai tempi era una società tranquilla. Caratterialmente mi sono trovato nelle condizioni di fare delle imprese, come anche con la Sampdoria dove las quadra è stata privata dagli attaccanti a gennaio. Il mio obiettivo è la crescita di squadra e del collettivo, come sto facendo a Cesena.
Noi siamo arrivati in un momento difficile. Ora l'ora è scoccata per raggiungere il nostro obiettivo.
Ho due figlie una di 26 anni e una di 19. Vivo a Vicenza con loro e mia moglie. Per Pasqua staremo tutti insieme.
La musica mi piace molto ascoltarla in auto. Adoro l'hip-hop perchè sono tutti suoni che provengono dalla strada.
A tavola mangiamo molto le specialità romane a Cassino. Molta pasta fatta in casa. Anche se sono allenatore cerco di mantenermi in forma facendo un po' di sport. In Romagna preferisco le tagliatelel in assoluto.
Io sono nato nel 1964 e in famiglia si tifava l'Inter perchè dicevano che era forte. Ma non sono mai stato tifosissimo.
Estero? Mi avevano chiamato due anni fa in Kazakistan il Astana per poi andare in Nazionale. Era quasi tutto fatto poi è saltato tutto. E' una realtà che vuole crescere e in futuro mi piacerebbe valutare altre offerte.
In quel poco tempo libero che ho leggo e vado in bicicletta.
Difetto? Dimentico le cose importanti già dopo poco tempo. Comincio a pensare al futuro.
Un aneddoto? Non ho nemmeno rivisto la Coppa Italia vinta dal Vicenza, una provinciale in Serie A. E' stata una grande impresa ma io già il giorno dopo pensavo all'impegno successivo.
Dialetto romagnolo? Con Foschi che lo sento parlare qualcosa riesco a capire. E' bello sentirlo ma quando si parla veloce ancora faccio fatica.
Le gente è genuina. Nel litorale hanno creato qualcosa di molto avanzato e me ne sono accorto quando venivo in vacanza, da Rimini a Ravenna. Negli altri posti stanno facendo le stesse strutture adesso. Quando venivo invece da calciatore sapevamo che in campo bisogna dare il massimo perchè altrimenti giocare al Manuzzi era pericoloso".

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