martedì 10 marzo 2015

Cascione: "La storia del Cesena è più importante di quella del Rimini"

Qui Villa Silvia - Il martedì pomeriggio di ripresa di lavoro per gli uomini di Di Carlo è stato baciato da un tiepido sole quasi primaverile. I 14 scesi in campo contro il Palermo domenica hanno svolto lavoro differenziato col preparatore Riela, mentre tutti gli altri si sono cimentati in una seduta tecnico-tattica terminata con la consueta partitella finale. Visto il lavoro personalizzato per Rodriguez, Pulzetti, Defrel, Cazzola e Renzetti (visite mediche anche per lui), Di Carlo ha chiamato in prima squadra Venturini, Mordini, Pierfederici e Dalmonte (sabato a segno con la Primavera). Gli infortunati di lunga data Valzania, Tabanelli, Zè Eduardo e Marilungo hanno proseguito i rispettivi programmi di recupero.
Stefano Lucchini si è sottoposto a visite mediche per capire l'entità dell'infortunio al polpaccio: sono state esclusi lesioni ma nelle prossime ore verrà valutato in maniera approfondita.
Mercoledì è im programma una doppia seduta alle 10.30 e alle 15.00 al Rognoni. Alle 13.50 Nico Pulzetti sarà a disposizione dei media nella sala stampa del Centro Sportivo.

In diretta su Radio Studio Delta ha presenziato a "Scarpini 4" il centrocampista Emmanuel Cascione.
"A 16 anni non mi avevano rinnovato il contratto e l'esperienza inglese mi è stata proposta dal mio procuratore che in seguito cambiai. Il provino andò bene ed è stata una esperienza indimenticabile.
Quando firmai per il Cesena mi incuriosì sempre la storia del club che è più importante, con tutto il rispetto, di quella del Rimini. Lo stadio e la tifoseria sono importanti. Vincendo il campionato il carattere della gente e la voglia di calcio sono venute fuori ancora più maggiormente.
Anche a Pescara vivono di calcio, sono grandi tifosi. Spero di rimanere a Cesena più a lungo rispetto che con la maglia biancoazzurra.
Il mio numero 4 era in onore di Vieira. Ho deciso poi di continuare col 34 che era rimasto lo scorso anno in segno di scaramanzia perchè avevamo vinto il campionato. Valzania voleva cedermi il 4 ma non ho voluto. I miei gesti portafortuna non li rivelo ma li porto avanti anche se ormai li conoscono tutti. E' una cosa mia, va a sensazione, forse perchè ho dei parenti napoletani... Un episodio posso raccontarlo: a fine dell'ultimo allenamento antecedente alla partita tiravo un pallone in porta e prima di Chievo Verona l'ho fatto ma la palla non è entrata. I miei compagni hanno visto e non è stato beneaugurante. Poi ho smesso questa pratica.
I rigori? Sono adrenalinici. E' una cosa mentale più che tecnica. Serve essere freddi e tranquilli.
Zeman? Negli spogliatoi era tutta una battuta, con la sua tipica finezza.
In Inghilterra c'è diffidenza verso l'italiano, non verso gli stranieri che ce ne sono tanti. Le tifoseria del West Ham è calda come in Italia ma le regole sono molto ferree e tanto rispetto. Mi sono allenato con Lampard, Rio Ferdinand, ma non ho mai esordito in Premier League.
Con mia moglie è stata una storia curiosa. Giocai 3 anni a Pistoia e abitavamo non conoscendoci a 300 metri e ci incontrammo solo quando firmai per il Rimini.
Scherzi negli spogliatoi? Il trio Marilungo, Giorgi e Capelli ne fanno di tutti i colori soprattutto a Giuseppe De Feudis. Poveretto, ma li accetta sempre di buon grado.
Non riesco a vivere lontano dal mare, quindi vorrei vivere in un posto simile. La Romagna mi fa impazzire, la gente è solare e aperta più che in Toscana che rimane bella.
Tatuaggi? Il primo lo feci a Rimini: era una frase che mi diceva mia nonna da piccolo prima di portarmi alle gare "volere è potere". Ne ho una decina, compreso uno che raffigura il mare.
Vacanza? Con i due bimbi facciamo fatica a spostarci. Il più bel posto fu in Messico che visitammo. Mi piacerebbe andare in Egitto per vedere le piramidi, da quando sono piccolo mi incuriosiscono.
Il mio sogno è di costruire uno stabilimento balneare e sto convincendo il nostro magazziniere che ne ha uno a vendermelo (ride, nrd).
I miei genitori sono molto credenti e mi hanno chiamato Emmanuel perchè è la versione ebraica di Gesù".

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