mercoledì 12 novembre 2014

Tabanelli: "Pronto al rientro"

Qui Villa Silvia - Ripresa degli allenamenti al Rognoni alle ore 15.00 (leggi qui il programma settimanale). Pronti al rientro Andrea Tabanelli assente da 3 mesi abbondanti e Franco Brienza. Da valutare invece Renzetti. Out Rodriguez, Marilungo, Cazzola e Pulzetti.

Ospite del programma radiofonico "Scarpini 4", Andrea Tabanelli ha annunciato di rientrare presto in campo. Forse già con la Sampdoria si ritaglierà dello spazio importante.
"Non tifavo Ravenna, non ho mai avuto gran simpatia. Da piccolo simpatizzavo per l'Inter.
Quando giocavo più avanti mi piaceva Kaka, anche se era rossonero, ma ora non ho un modello fisso.
Dopo l'esperienza alla Giacomense sono felice di essermi potuto mettere alla prova in ritiro con Campedelli. Ed è andata bene.
Fisicamente spero di stare bene. Questi tre mesi sono stati duri, è arrivato questo infortunio. Sono stato sfortunato, approfitterò della sosta delle nazionali per ristabilirmi del tutto. Ho ripreso il tono fisico e muscolare.
L'esordio in Serie A col Cagliari è stata una giornata particolare. Venivo da tre mesi in cui sono stato fermo per problemi di tesseramento al Leeds. Sono stato 3 settimane là. Mi sono trovato a metà marzo a Cagliari, dopo avevo perso un altro mese con le pratice della FIGC, per quasi due mesi e mi sono ritagliato uno spazio per qualche partita. Mancavano 10 minuti, non andava proprio benissimo, è stato un pareggio importante.
In Inghilterra mi ero comprato un pallone e mi allenavo al parco. C'era sempre il sole, a differenza della pioggia. Ero in una brutta situazione e non è stata una bella esperienza.
Cellino? E' un personaggio particolare. Aveva però fiducia in me e a Cagliari avevamo deciso di andare in Inghilterra per fare esperienza in quanto in rossoblù c'erano giocatori già affermati.
Mio fratello ha giocato 10 anni a pallavolo a livello di Serie A, negli ultimi due in A2. Mamma e papà tifosissimi. Da quando avevo 9 anni ero venuto qua a Cesena, mio papà mi portava tutti i giorni con nebbia e pioggia. Mi scarrozzava su e giù da Casalborsetti per 120km. Ne è valsa la pena.
Animale preferito? Il cigno, ma c'è un motivo particolare per come si pronuncia in dialetto romagnolo.
Se non vivessi qui in Romagna mi piacerebbe essere a Cagliari. Città molto bella, clima mite tutto l'anno, mi sono trovato bene. La gente inizialmente è diffidente, ma quando entri nelle loro grazie poi sono come qui da noi. In alternativa mi intrigherebbe Firenze, è una bella città. Mi piace la Toscana".

Anche il Sindaco Paolo Lucchi di Cesena ha lasciato uno sfogo attraverso la sua pagina ufficiale di Facebook con l'intento di difendere l'operato di Bisoli dopo il summit tenutosi lunedì.
"La sconfitta con il Chievo - scrive sulla sua pagina ufficiale del social - mi ha rovinato la domenica. Come a tanti altri, lo so. E certo molte delle chiacchiere "libere" di queste ore con figli, fratelli ed amici, sono state sul Cesena. Come per tanti. Fatico però a capire il clima che si sta creando attorno a Bisoli, l'allenatore della nostra squadra. Sia chiaro, so bene (da esperto, temo) come le critiche siano all'ordine del giorno per tutti ed in particolare per chi ha un ruolo di primo piano. E forse ognuno di noi domenica avrebbe lasciato in campo Cascione, cambiato lo schema di gioco, urlato di più... tutto giusto. Ma quel che fatico a capire - ed a giustificare - è la memoria corta. Quello lì - quell'allenatore nato nel bolognese ma ormai romagnolo e cesenate come ognuno di noi - è lo stesso che nel 2009 ci ha portati in serie B senza avere la squadra migliore del campionato. È lo stesso che nel 2010 ci ha regalato la serie A, mentre tutti (tutti) ci saremmo sentiti felici per una tranquilla salvezza. E che, riuscendoci, ha salvato il Cesena calcio poiché, senza il miracolo della promozione, il futuro societario sarebbe stato certamente molto molto difficile. È lo stesso che due anni fa si è trovato tra le mani il peggior Cesena degli ultimi 20 anni (quello di matrice campedelliana al quadrato) e che l'ha salvato, quando sembrava impossibile. È lo stesso che lo scorso anno, lavorando in squadra con Lugaresi, Foschi, con un gruppo di dirigenti matti ed appassionati, ci ha ridato la serie A, vincendo play off ai quali ci eravamo avvicinati senza grandi speranze se non quella di non far figuracce. È sempre lui! Certo, può essere messo in discussione, come tutti. E molti (alcuni giornalisti in primis) l'hanno fatto anche lo scorso anno, dopo la crisi "di primavera" che sembrava aver allontanato ogni sogno di gloria. Ma è sempre quello che ogni volta si trova tra le mani infortunati di lungo corso, giovani di belle speranze, giocatori "di serie inferiore da una vita" e, come per magia, ne fa una squadra che dá tutto quello che ha. Basta? Questo lo salva dalle critiche? Certamente no. Ma fatico proprio a capire molti degli osannatori dello scorso giugno che oggi lo scoprono inadeguato alla serie A, incapace di dare personalità alla squadra, confuso. È sempre quel Pierpaolo Bisoli che - ogni commentatore ad inizio stagione lo scriveva e diceva - ha tra le mani un organico che è una scommessa e che ogni giorno deve fare la conta degli infortunati. Non so se alla fine dell'anno ci salveremo. Non ho palle di cristallo da consultare, come tutti. So però che questa serie A è un regalo per tutti - per noi tifosi, per noi cittadini di Cesena, per tante imprese - e che una parte non marginale del regalo la dobbiamo a lui. La felicità di giugno, quella successiva alla vittoria di Latina, quei due giorni di festa ed euforia, erano fatti di orgoglio sportivo ma anche della consapevolezza di avercela fatta grazie ad un gruppo di uomini che "non era il migliore ma lo è diventato". La citazione virgolettata è di Bisoli. Quel gruppo di uomini ed il suo allenatore meritano ancora fiducia. A giugno come oggi. Teniamo botta, come si fa in Romagna: quando la lotta si fa dura, i duri iniziano a lottare (by John Belushi, in questo caso). E dimostrano anche di avere memoria. Nel calcio come nella vita...".

E' arrivata la pronta risposta di Rino Foschi.
"Caro amico Sindaco, mi fa piacere che tu sia tanto appassionato alla nostra squadra e che sostieni il nostro allenatore, come del resto facciamo noi e nel quale poniamo tanta fiducia, ma leggo che nel tuo intervento pubblico chiami in causa direttamente il mio lavoro. Nella mia città cerco di dare il massimo e di utilizzare tutte le mie capacità e relazioni che ho costruito nel mondo del calcio, grazie ad oltre 30 anni di lavoro. Mi aspettavo che un tuo pensiero sul mister e sul Cesena, me lo esprimessi vis-a-vis, come avviene normalmente tra persone che si stimano. Trovando queste critiche sui giornali e sul web sono costretto, mio malgrado, a risponderti con gli stessi strumenti. Così hai scritto 'il mister è sempre quello che ogni volta si trova le mani infortunati di lungo corso, giovani di belle speranze, giocatori di serie inferiore da una vita' e 'come per magia, ne fa una squadra che dà tutto quello che ha', poi continua '... il mister ha un organico che è una scommessa e che ogni giorno deve fare la conta degli infortunati'. Caro Sindaco da quando faccio parte di questa società come Direttore dell'Area Tecnica ho cotruito io gli organici in completa sintonia con mister Bisoli mettendogli a disposizione giocatori importanti per l'immediato e anche in prospettiva futura. Molti di loro sono chiamati nelle rispettive nazionali maggiori, altri più esperti sarebbero titolari in altre squadre di Serie A. I tanti infortunati, come in tutte le altre squadre, fanno parte del lavoro. Alcuni giocatori che avevano bubìto gravi infortuni si sono rivelati fondamentali per la nostra promozione, come Capelli e Marlungo. Giocatori che se fossero stati al cento per cento non avrei mai potuto portare a Cesena perchè irraggiungibili per problemi economici. La nostra attenzione è focalizzata a cercare di raggiungere il successo nel doppio campionato che stiamo affrontando: quello dei bilanci per garantire un futuro alla società e a quallo sportivo per mantenere la categoria. Per raggiungere quest'ultimo, sono certo di aver dato in mano al nostro mister una rosa all'altezza della situazione". 

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