lunedì 16 maggio 2016

Leicester - King of Power

Per leggere i tour agli altri stadi europei da noi visitati visita la sezione I VIAGGI DI MARCO POLO!

Caratteristiche principali
Nome: King of Power
Inaugurazione: 2002
Ristrutturazione: - 
Capacità (posti a sedere): 32312
Nazione: Inghilterra 
Squadra di casa: FC Leicester

Come raggiungere lo stadio (la mappa):


Il tour
Nessuna visita intera e dettagliata in questo appuntamento, ma una vera e propria “intrusione” in rapidità. Giusto il tempo di vedere gli spalti, non tanto capienti ma gremiti in ogni centimetro sui seggiolini. Al centro il rettangolo verdissimo del campo con i pannelli della Premier League e i giocatori del Leicester a festeggiare il tanto titolo agognato. Lo stadio a dir la verità ricorda la conformità della tribuna del nostro vecchio Orogel Stadium Dino Manuzzi.
Un solo anello tutto blu che sembra una marea ma racchiude la vicinanza al campo tipico degli impianti inglesi. Stadio tra l'altro costruito da zero appena il vecchio fu demolito. Sui tetti le luci abbagliavano i protagonisti della stagione e il calore della gente era vivido nell'aria.
Di più non è stato possibile analizzare, pochi istanti e la Polizia ci fa uscire, la festa prosegue fuori. All'esterno l'aspetto è proprio squadrato: pali e impalcature bianchi sorreggono il blu spumeggiante che poi si riflette sui diversi settori interni. Aggirando l'impianto, ecco che compare l'affollatissimo store.

La nostra opinione
È stata una grande festa in quel di Leicester, una cosa mai capitata prima, nata per scherzo sui social e poi divenuta realtà non appena le giornate della premier diminuivano e vedevano sempre più il Leicester di Ranieri primo in classifica. C’è qualcosa di incredibile in tutto ciò, sia per la vittoria inaspettata del Leicester (a inizio stagione i boomakers la davano 1 a 5000) sia per i 1500 km e più che tanti ragazzi italiani hanno percorso per rendere omaggio a tale impresa che resterà storica. Anche Mister Ranieri, l'eterno secondo in Italia, in conferenza stampa si è chiesto cosa avesse spinto tanti giovani ad arrivare Oltremanica, per quale motivo e per che cosa. È difficile trovare risposte, forse pazzie di gioventù, cose che si fanno solamente una volta nella vita, forse altro di talmente difficile da decifrare che è difficile da immaginare, fatto sta che la favola Leicester ha appassionato tutto il pianeta, ma i più pazzi siamo stati noi italiani.
I pullman dall’Italia sono partiti venerdì pomeriggio e sono arrivati al Victoria Park di Leicester la mattina di sabato. Calcetti assieme con squadre improvvisate, cori, striscioni, pizze, birre, sono stati gli elementi che hanno unito tutti i partecipanti alla #macchinataignorante di Calciatori Brutti che ha fatto la storia. Una cosa davvero inusuale per gli abitanti di Leicester poco abituati a un’invasione turistica del genere, in tanti erano a filmare i cori con i propri smarthphone nel centro città e al parco. Dopo l’incontro al Victoria Park dei vari pullman e di tutti coloro che hanno preso altri mezzi per raggiungere la destinazione (la scena memorabile è stato vedere una vecchia Panda verde partita dalla Lombardia) il corteo è si è diretto verso lo stadio per assistere in qualche pub adiacente alla partita con l’Everton. Non sono mancati cori di gioia e abbracci alla vittoria di Vardy e compagni, ma il momento più toccante è stato vedere la gente del posto in lacrime per la premiazione finale.
È stata una festa incredibile, una cosa mai vista prima, qualcosa di incredulo che è capitato nel cuore dell’Inghilterra in una città che ospita meno di 300.000 abitanti ma che col calcio non ha mai avuto una tradizione cittadina forte. La gente ringrazia del supporto e del tifo, noi potevamo solo ricambiare perché è stato davvero un evento eccezionale che nella sua assurdità ha unito tanti tifosi di diverse fedi e ha portato una massa di persone in una città come Leicester. Questa bella favola che forse in Italia non potrà mai accadere, sarà comunque un bellissimo ricordo indimenticabile per tutti quelli che ve ne hanno fatto parte. Raccontarlo ai nipoti tra 40 anni sarà senza ombra di dubbio una favola che si tramuterà in leggenda.

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