lunedì 14 febbraio 2011

7° Anniversario della morte di Marco Pantani (14 febbraio 2004)

Così la Curva Mare ricorda la scomparsa dopo 7 anni del mitico e leggendario Marco Pantani durante il match di ieri tra Cesena - Udinese.
Un uomo ed una leggenda appunto che è passato alla storia per le sue imprese e presto saranno anche immortalate in un fumetto disponibile in libreria. Proprio a contrasto con le ultime vicende del ciclismo con Riccò, oggi si parla non di pallone (e della brutta partita di ieri) ma di due ruote, spinte con i pedali.
Oltre al bello striscione, anche un coro intonato dalla Curva e dagli ultras (lo puoi scaricare nella sezione DOWNLOAD di questo sito). Di sicuro da lassù Marco ringrazierà.

Nel 1998 si impose al Giro d'Italia, nonostante il percorso non facilitasse le sue caratteristiche con poche montagne e molti chilometri a cronometro. Rivaleggiando con gli specialisti della crono come Alex Zülle, attaccò ripetutamente sulle montagne e fu in grado di guadagnarsi un margine abbastanza grande da compensare la sua debolezza a cronometro, raggiungendo la vittoria finale e numerosi successi di tappa. Decisiva fu la tappa di Plan di Montecampione quando Pantani, con Zülle ormai in crisi, attaccò ripetutamente Pavel Tonkov che alla fine, dopo un duello accanito, cedette, perdendo circa un minuto negli ultimi tre chilometri. Il romagnolo andò così a vincere la tappa e ad ipotecare il successo finale.
Nel Tour de France dello stesso anno, Pantani batté finalmente Ullrich, staccandolo di quasi nove minuti nella tappa di montagna conclusa a Les Deux Alpes.

Dopo la sua morte il Giro D'Italia dal 2004 gli assegna ogni anno ad una salita (la più "rappresentativa") il titolo "Montagna Pantani", onore concesso fino allora solo al Campionissimo Fausto Coppi, con la "Cima Coppi" (il passo più alto percorso dal Giro).

La CONTESTAZIONE - by Giunkolo

Nessun commento personale dopo la sconfitta subìta in casa dall'Udinese e i motivi erano molteplici e credo che essi siano condivisi da una maggioranza quasi assoluta del popolo bianconero. Ho preferito non dare mie valutazioni personali ai singoli al termine del match, non avrebbe avuto senso dato il mio stress mentale delle ore scorse. Oggi, a ventiquattro ore abbondanti dall'ultima pagliacciata vista al Manuzzi, mi appresto a scrivere queste righe. Tutte accuse, nessuno o quasi si senta escluso.
Sono stufo di Massimo Ficcadenti, un allenatore che con l'ambiente cesenate non ha nulla in comune e che nella giornata di ieri è stato invitato a farsi da parte da tutti i quindicimila spettatori presenti. Dalla sua parte ormai c'è il solo Igor. Figurarsi se chiede di andarsene dalla panchina del Cesena. BERLUSCONI DI ROMAGNA
Sono stufo di Igor Campedelli, idolo delle folle fino a sei mesi fa, capace di portare il Cesena dalla Prima Divisione alla massima serie per poi farla diventare lo zimbello del campionato come accadde precedentemente nell'inverno del 2008 in serie B. Si è dimostrato l'unico tifoso (ma lo è davvero un tifoso?) fiero di sostenere Ficcadenti. CHAPEAU!
Sono stufo di Lorenzo Minotti, direttore sportivo/responsabile tecnico/direttore tecnico, ancora il suo ruolo non è ancora ben chiaro ai più. Capace di eliminare l'esperto Recchi dai quadri societari, litigare con Bisoli, andarsene per la gioia di tutti, ritornare in serie A, cacciare Bisoli come si fa con una paio di scarpe bucate. MERCENARIO
Sono stufo di Giuseppe Colucci, giocatore esperto e valido tecnicamente, importante per la promozione dello scorso anno ma colpevole di un grave errore. Leone quando la ruota ha girato per il verso giusto, braccino corto e codardo quando i primi fischi si sono elevati dagli spalti. Il fattaccio di Lecce non è stato chiarito a dovere. De Feudis non era un valido capitano? CAPITAN SVENTURA
Sono stufo di Igor Budan, punta che ha girato migliaia di squadre in Italia e tutto fuorché un bomber da venti reti a stagione, costantemente in lista infortunati negli anni scorsi e acclamato come il nuovo Alen Boksic. A differenza sua l'ex attacante della Lazio ogni tanto tirava in porta e faceva gol. BIETOLA BALCANICA
Sono stufo dei tifosi doppiosciarpisti. E' vero, fino a qualche tempo fa avevo nel cuore una parte rossonera: ero felice per i successi del Milan ma non ho pianto quando Ancelotti ha perso la finale di Istanbul. A un certo punto della mia vita ho dovuto scegliere e ho imboccato la strada che mi rende orgoglioso ogni giorno, fiero di essere cesenate e memore dei miei "sbagli" del passato. Quindi, cari miei, non venite a protestare davanti alla tribuna quando poi alla sera piangete se Eto'o becca la traversa a porta vuota. IL CESENA SIETE VOI?
Sono stufo della rosa del Cesena, dal capitano all'ultimo delle pippe. Non è una vera e propria critica ma girano da questa estate numerose ed attendibili voci riguardo allo spogliatoio spaccato in più tronconi. Mi aspetto il classico colpo di teatro, qualcuno capace di rompere questo muro di gomma. Una rissa in allenamento, un pugno in faccia a chi di dovere, una infamata verbale durante una conferenza stampa, un dito medio verso la panchina dopo un gol, qualsiasi cosa. ILLUSIONI.

Igor Campedelli ieri ha parlato in conferenza stampa.
"Sono convinto che la strada imboccata sia giusta nonostante i risultati non ci abbiano premiato granché, e per questo motivo ho ancora fiducia nell’allenatore. Penso solo alla salvezza e non voglio essere condizionato. So che c’è del malumore ma credo nel nostro traguardo e sono convinto che ce la faremo. Stiamo sviluppando un bel gioco, stiamo lavorando bene e tutto questo pagherà. Il nostro campionato è con altre tre squadre e sono convinto che possiamo metterle dietro. Per realizzare questo occorre fare pochi cambiamenti perché i cambiamenti hanno bisogno di tempo per andare a regime. Non posso farmi prendere dal pessimismo, voglio mantenere salda la concentrazione. Noi ieri abbiamo affrontato una squadra con un tasso tecnico superiore al nostro, ma abbiamo avuto un approccio importante. Siamo scesi in campo per cercare di fare subito la partita e abbiamo tentato di passare in vantaggio per poi giocare di rimessa. Purtroppo non ci siamo riusciti e una punizione capolavoro di Di Natale ci ha invece messo nelle condizioni di inseguire. Nonostante tutto penso che nei primi venti minuti della ripresa siamo stati in partita e che questo sia innegabile. Per questi motivi penso che il Mister abbia fatto un buon lavoro presentando in campo una squadra “viva”, poi il valore dei singoli in campo ha spezzato l’equilibrio del match. Poi quando vai sotto contro una formazione così in forma come l’Udinese non c’è più partita, e questo non solo per il Cesena. Per noi inizia un mese fondamentale e dobbiamo cercare in noi le risorse per dare il massimo."

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